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MILANO, BEPPE MAROTTA AGLI ALLIEVI DEL CORSO: “STUDIATE E PENSATE AL MEGLIO”

Una serata al fianco di Beppe Marotta per parlare del futuro del calcio davanti ad una platea che sta investendo sul successo nella carriera di manager. L’occasione è offerta dal corso per collaboratori della gestione sportiva organizzato dall’Adise in collaborazione con il Comitato lombardo della Lega nazionale dilettanti e dal Settore tecnico della federcalcio.

Aneddoti, considerazioni e consigli diventano un tutt’uno in due ore che volano via, lasciando tutti con mille curiosità e con la voglia di approfondire. Missione compiuta, allora. Perché l’a.d. dell’Inter, nonché consigliere federale e presidente della stessa Adise non fa certo sfoggio dei suoi incarichi, ma ha piacere a condividere le sue esperienze con i giovani corsisti, in modo da affrontare con consepevolezza gli ostacoli che fatalmente troveranno sulla loro strada.

Ad esempio Marotta si rivolge ad Alessio (che già lavora in un club dilettantistico) e lo invita a riflettere su come mai ci sono state delle dimissioni di massa nello staff tecnico: “Deve esserci un disagio collettivo che merita riflessioni anche per le scelte successive. Dico questo perché la componente umana è decisiva a tutti i livelli: le dinamiche sono sempre le stesse”.

Più in generale il numero uno nerazzurro invita gli aspiranti manager a studiare a 360 gradi. “Il calcio è cambiato. Una volta un club poggiava sul presidente, di solito un mecenate, affiancato da un direttore sportivo, un ex calciatore, un segretario e l’allenatore. Stop. Ora le competenze sono cresciute e chi guida il team ha responsabilità particolari”.

Segue così un’avvertenza: “Abituatevi a decidere, a scegliere in prospettiva: anche con il rischio di sbagliare. E’ il vostro mestiere”.

Anche il vice presidente dell’Adise, Claudio Molinari, dà il suo contributo al dibattito. Soprattutto ha una soddisfazione: “Questi corsi sono partiti nel 2012 proprio da Milano. Ne sono seguiti 41 in tutta Italia e dei 764 diplomati, poi, in 97 hanno ottenuto il diplona professionistico. Non c’è che dire, questi risultati ci incoraggiano. Anche perché il movimento vive sulle nuove energie”.

Ma tutti i riflettori sono su Marotta, che aggiunge: “Ho sempre lavorato sui lunghi periodi. Gli 8 anni alla Juve sono seguiti al decennio alla Sampdoria e ora con l’Inter mi si chiede di aprire un nuovo ciclo. Dappertutto ho provato a confrontarmi con i miei compagni di viaggio. Il coinvolgimento è fondamentale per promuovere la crescita del club. I risultati del campo sono ovviamente decisivi, ma il calcio italiano ha la brutta abitudine di basarsi su singoli risultati per emettere precipitose sentenze. Questo vale anche per il mercato…”.

In pillole poi dice la sua sul fair play finanziario, sulle seconde squadre, sui diritti ty e sulle proprietà straniere. Come il rapporto con i procuratori e i genitori. Quindi un piccolo segreto: “Credo molto nel ruolo dello psicologo. Ogni gruppo di lavoro deve averne uno. Per aiutare il dialogo”. 

Un chiodo fisso? Diciamo un punto fondamentale per affrontare il cambiamento con lo spirito giusto: “Studiate e pensate al meglio. Il merito paga. Ve lo dice uno che ha avuto tante soddisfazioni senza farsi mai prendere dalla fretta di vincere subito”. Il vademecum resta in testa, non c’è che dire. Ne valeva la pena.

Carlo Laudisa

giornalista de La Gazzetta dello Sport

 

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