L’A.Di.Se. mercoledì 29 maggio ha presenziato alla partita della Leggenda tra Glorie Granata e Selezione Artisti e Amici Granata che si è tenuta nello storico e suggestivo impianto dello Stadio Filadelfia. In occasione di questo importante evento, il cui incasso verrà devoluto al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata per la costruzione dello spazio museale proprio al Filadelfia, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Marco Ferrante ex giocatore e ora dirigente. Attualmente l’ex attaccante di Toro e Inter è il responsabile dell’Area Tecnica del Chieri Calcio.
Signor Ferrante, secondo lei il calcio italiano muterà nei prossimi anni? E se sì, come si evolverà?
“Io spero che cambierà molto e che i cambiamenti siano tanti, iniziando dai settori giovanili. Mi auguro che ci sia una svolta, perché è bene vedere più italiani che stranieri. Questo è un discorso che riguarda tutte le categorie. Spero che questo avvenga, dipende dalla Federazione. Vedremo”.
Quali competenze ritiene fondamentali per un dirigente che lavora nel mondo del calcio?
“Dipende dal ruolo. Però ti posso dire sicuramente capacità di mercato, avere appeal con i giocatori e con lo staff tecnico, oltre a tante altre cose che però se non hai fatto calcio non le hai. Le puoi apprendere e puoi migliorare ma secondo me, chi ha giocato a calcio e ha calcato i campi è un pelino più facilitato anche nella gestione dello spogliatoio. Aspetto senza alcuna ombra di dubbio fondamentale”.
C’è qualche direttore sportivo con il quale nel corso della sua carriera da calciatore ha legato particolarmente?
“Ritengo limitativo fare dei nomi perché è riduttivo nei confronti degli altri. Ho instaurato un bel rapporto con tanti direttori sportivi. Secondo me, come dice un vecchio detto: ‘Si stava meglio quando si stava peggio’. Questo perché comunque c’è sempre da migliorare. Bisogna prendere spunto dai giovani e non dimenticarsi dei grandi che hanno fatto calcio”.
Il calciomercato da fuori, cioè per i tifosi e gli appassionati di calcio, si vive tra il sogno e la speranza che la propria squadra del cuore compri dei campioni. Invece all’interno, tra gli operatori e chi fa calciomercato, come si vive?
“Devo dire che il calciomercato è sempre emozionante, questo è sicuro, perché sono sempre più le bugie che le verità. Perché comunque ogni squadra, a volte anche per un discorso di immagine e per accattivarsi la simpatia dei propri tifosi, dice un sacco di nomi ma poi in realtà il nome vero, quello del giocatore che poi effettivamente vai ad acquistare, non esce quasi mai. Esce alla fine, quando stai chiudendo la trattativa. Però ripeto, è emozionante perché a volte l’occasione è dietro l’angolo e devi essere bravo a non farti sfuggire niente”.
L’A.Di.Se. desidera esprimere la propria gratitudine a Marco Ferrante per la sua disponibilità e gentilezza.
Intervista di Giovanni Goria